Non ci sono dubbi.
A dimostrarlo sono i numeri.
Si stima che – entro il 2023 – addirittura il 22% delle vendite globali al dettaglio sarà online.
Insomma, hai un’attività e vuoi stare al passo coi tempi?
Allora punta sull’e-commerce.Ma non basta.
Occorre scegliere strategie adeguate. Aprirsi alle novità del settore. Rispondere alle esigenze di clienti sempre più consapevoli e preparati.
Dunque, cosa fare per non lasciarsi prendere alla sprovvista?
In primis, leggere questo articolo.
Scopriremo proprio qual è il futuro del fashion retail e come affrontarlo in maniera efficace. Produttiva.
Il motivo?
Semplicemente… trasformare i nostri obiettivi in risultati concreti.
Covid-19: com’è cambiato il mondo del fashion retail
Il Coronavirus ha inferto grossi danni alle economie dei Paesi.
Ma c’è anche una tendenza positiva.
Ovvero, l’enorme impulso dato al commercio online.
Mentre i negozi fisici segnalano crolli vertiginosi, l’ascesa degli e-commerce è inarrestabile. E secondo gli esperti, non si tratta di un fenomeno passeggero. Cioè, esclusivamente legato all’emergenza sanitaria.
Le persone hanno scoperto la comodità dello shopping digitale. E non vogliono rinunciarci.
Il ruolo del commercio online sarà ancora più importante: molti preferiranno acquistare un capo di abbigliamento online, piuttosto che impiegare lungo tempo in fila o provare nei camerini gli stessi abiti magari appena indossati da altri. Le persone avranno bisogno di un valido motivo per uscire di casa e andare a fare shopping.
Roberto Liscia, Presidente di Netcomm
Però, attenzione. Non è tutto oro ciò che luccica.
I consumatori di oggi sono sempre più connessi, social e intraprendenti. L’abbiamo già detto…
Con aspettative non sempre facili da soddisfare.
Dunque, come si comportano le attività di fashion retail?
Scelgono di andare incontro all’evoluzione tecnologica. Adottando soluzioni innovative.
Ma andiamo avanti per approfondire l’argomento.
1. Fashion retail e la trasformazione omnicanale
Lo ripetiamo. I processi di acquisto non sono più quelli di una volta.
Oggi bisogna anche – e inevitabilmente – parlare di omnicanalità. O multiple touchpoint approach.
Ma che cos’è? Perché rappresenta una delle principali tendenze del fashion retail degli ultimi anni?
Scopriamolo subito.
Il termine sta ad indicare la gestione sinergica dei diversi canali di comunicazione, utilizzati da un’azienda, per raggiungere i propri clienti.
Sia online che offline.
Nel contesto della pandemia, dunque, la maggioranza delle imprese italiane ha dovuto prendere importanti decisioni in tempi brevi per sfruttare al meglio il digitale e mantenere attivo (o far evolvere) il rapporto cliente-azienda.
Per quasi tre quarti delle aziende intervistate l’emergenza ha accelerato di molto o abbastanza la trasformazione delle strategie e dei progetti in ottica omnicanale.Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Omnichannel Customer Experience
Insomma, omnicanalità vuol dire farsi trovare ovunque. E garantire ai consumatori un’esperienza ottimizzata.
Significa avere un sito funzionale. Magari un’app, pagine social e un negozio fisico.
Permettere ai clienti di interagire con ogni canale. Senza soluzione di continuità.
2. Ottimizzazione delle scorte di magazzino
La gestione del magazzino è una delle parti fondamentali del fashion retail.
Specialmente se si utilizzano strategie di vendita multicanale.
Pensiamo al servizio click and collect offerto da molte attività.
Cioè, a quel servizio che consente ai clienti di acquistare prodotti online. E di ritirarli presso punti vendita predisposti.
Come è facile immaginare, una cattiva organizzazione delle scorte può causare ritardi delle consegne. E quindi, recensioni negative.
Per fortuna ci aiutano i famosi software gestionali.
Questi strumenti permettono di facilitare la gestione del magazzino.
Ma anche di automatizzare operazioni complicate. Di monitorare vendite, ordini e giacenze. In tempo reale.
Provare per credere.
3. Accelerazione digitale e mobile nei processi di vendita
La rivoluzione del fashion retail è un processo ancora in atto.
Ultimamente anche incentivato dal periodo di lockdown.
Basta riflettere sui dati.
Durante il 2020 ben 2 milioni di italiani sono passati allo shopping online.
Tramite pc. Ma soprattutto smartphone.
Ecco perché, chi ha un negozio, non può fare a meno di sfruttare i mezzi offerti dell’odierna tecnologia digitale e mobile.
Ad esempio:
- l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (big data e algoritmi) per proporre consigli d’acquisto personalizzati;
- siti web responsive per la navigazione da iPad o telefonino;
- video descrizioni degli articoli in vendita;
- social network come Facebook e Instagram da usare come piattaforma di vendita e marketing;
- chatbot e SMS;
- ottimizzazione dei contenuti aziendali per la ricerca vocale.
Ovviamente, le cose da fare sono tantissime.
Il nostro suggerimento è quello di tenersi costantemente informati.
Insomma, capire quali sono i trend del fashion retail.
Adattarsi ai cambiamenti.
4. Customer journey virtuale per il fashion retail che funziona
La sfida degli e-commerce è quella di assicurare ai propri clienti una customer experience di qualità.
Ciò significa, anche, quanto più umana possibile.
In che modo?
Il primo passo da compiere è intercettare il viaggio del consumatore.
Ovvero, il percorso intrapreso dal contatto prima di arrivare all’acquisto vero e proprio. Di diventare cliente.
L’argomento coincide – in parte – con il precedente paragrafo.
Per quale ragione?
Perché gli smartphone rappresentano la chiave di volta per il futuro del fashion retail.
Difatti, customer journey virtuale significa offrire ai clienti esperienze di realtà virtuale e aumentata. Esperienze finalizzate all’acquisto o all’esposizione dei prodotti.
Non si tratta solo di dispositivi 3D.
Ma anche di semplici sfilate video, filtri bellezza e app intelligenti . Tool che consentono di interagire con i prodotti.
In maniera “realistica”.
Fashion retail – Conclusioni
Il futuro del fashion retail è già scritto.
Va verso l’uso di molteplici canali di vendita. Dallo shop fisico all’ecommerce, dalle pagine social ai marketplace.
Per garantire ai clienti un’esperienza d’acquisto flessibile. A 360 gradi.
Pratica, veloce e – soprattutto – digitale.
Ribadiamo però, che non c’è spazio per l’improvvisazione.
Il nostro consiglio finale?
Rivolgersi a veri professionisti del settore.