Il costo del venduto è un’importante variabile della contabilità commerciale. Serve a dare un’idea più precisa del valore dei propri stock: non solo capire quali articoli vendono, ma anche quali offrono maggiori marginalità.
Specialmente se oltre a vendere produci abbigliamento, un conto economico riclassificato a costo del venduto può aiutarti inoltre a identificare meglio le voci di spesa. In questo modo puoi separare costi fissi, variabili e altri costi, valutare meglio il ritorno sull’investimento e impostare politiche commerciali più efficienti.
Un software gestionale ti assiste, in ogni caso, nelle operazioni di calcolo e analisi delle diverse variabili. E nelle azioni collegate, perché conoscere queste metriche produce importanti, e positive, conseguenze pratiche.
In primo luogo nella gestione dei rifornimenti e nel controllo delle rotazioni di magazzino. Perché se controlli meglio il tuo catalogo avrai minori rimanenze e maggiori marginalità.
In sintesi: guadagni più alti.
Quanto costano davvero i tuoi articoli: cosa calcola il costo del venduto
La formula per il costo del venduto è piuttosto semplice, almeno per chi si occupa di commercio come i negozianti di abbigliamento.
In sintesi, è:
costo del venduto, formula =
(costo rimanenze iniziali + prezzo di acquisto articoli) – costo rimanenze finali
Questo valore offre un riscontro più affidabile sugli esiti dell’investimento che hai effettuato in fase di (ri)assortimento. E di quanto è stato redditizio. Le variabili in gioco nel definire questa metrica sono infatti essenzialmente due:
- il prezzo di acquisto della merce
- il valore delle rimanenze finali
Se conosci il costo del venduto puoi renderti conto se paghi il giusto prezzo per la merce che tieni in negoozi, e se gli articoli ruotano a sufficienza. Ovvero, se il volume di vendite è accettabile.
Il prezzo è giusto: ricarico e costo del venduto
Strettamente connessa a questo fondamentale indicatore di fatturato è un’altra metrica, quella del prezzo di vendita e del ricarico applicato. Il costo del venduto è in questo senso una variabile chiave per capire quale marginalità ti consente di ottenere profitti.
In realtà la questione è più complessa, ma appunto partire da un’analisi più puntuale delle voci di spesa aiuta a impostare politiche di pricing più adeguate. E capire per esempio se il ricarico che vuoi applicare riesce a coprire i costi effettivi, se è troppo basso o, viceversa, troppo elevato.
Quando definisci i prezzi di vendita devi tenere conto di più variabili: prezzo di mercato, stagionalità, ciclo di vita del prodotto (o del negozio…) ecc. Per esempio, se hai appena avviato l’attività, o sei in periodo di saldi, puoi tenere più bassi i prezzi e così le marginalità. Questo perché ti serve aumentare la quantità del venduto piuttosto che la qualità.
Al tempo stesso, conoscere il costo effettivo del venduto consente di applicare ricarichi più ragionati. Per esempio ti serve a scorporare il costo della merce dalle altre voci di gestione esercizio e variabili accessorie all’acquisto (dazi, spedizioni etc.).
Puoi così definire il punto di equilibrio della tua attività commerciale, ovvero la soglia oltre la quale il tuo negozio è in attivo.
Vedi anche: Calcolo ricarico: come applicare la giusta maggiorazione
Quanto vale il tuo negozio: riclassificare il conto a costo del venduto
Costo del venduto e altri indicatori possono essere impiegati per definire meglio la situazione finanziaria e il reddito operativo.
In particolare, puoi servirti del costo del venduto come criterio base per la riclassificazione del conto economico. È un’operazione di contabilità che serve a distinguere il peso delle diverse aree funzionali dell’attività sul totale dei costi sostenuti.
Riclassificando il tuo conto economico a costo del venduto puoi definire con esattezza alcune variabili. Per esempio, quanto pesano sul tuo bilancio le attività di marketing, e quanto le spese per stipendi e formazione del personale.
Questo criterio di riclassificazione è uno dei tre a tua disposizione: gli altri sono quelli a valore aggiunto e a margine di contribuzione. Va da sé che risulta più adatto se gestisci un’attività di produzione vera e propria, oltre che di commercializzazione. In questo caso potrai infatti ridefinire il costo del venduto in base a più parametri: per esempio i costi per materie prime e lavorazioni, manodopera e logistica legati ai tuoi prodotti.
Anche per un “semplice” negozio di abbigliamento, comunque, questo tipo di riclassificazione del conto economico torna utile per separare meglio le voci di spesa. Trovi così, sottraendo il costo del venduto ai ricavi effettivi, il margine lordo. Da qui infine, sottraendo le altre voci di spesa, definisci il tuo reddito operativo, che è un buon indicatore degli utili del tuo esercizio commerciale.
Vedi anche: 6 motivi per avere un (buon) programma di contabilità negozio
Riassortimenti e nuovi acquisti: il controllo del magazzino
Calcolare il costo del venduto consente, oltre a un controllo di gestione più efficace, una analisi delle performance di vendita più precisa. Questo perché le collega agli utili effettivi che generano.
Poiché le variabili in gioco nel calcolo di questo indicatore sono essenzialmente due, modificandole a tuo favore otterrai risultati migliori. In sostanza, puoi ottenere valori di costo del venduto più favorevoli, e marginalità più elevate, se interveni sui costi di acquisto o sulle giacenze di magazzino.
Una buona regola del negoziante: selezionare i fornitori non solo in base alla qualità della merce o all’efficienza del servizio, ma anche in funzione dei prezzi che praticano. A parità di prodotto, infatti, spuntare prezzi più vantaggiosi in fase di acquisto è la vera chiave per massimizzare i profitti. Ti consente infatti di gestire più a tuo favore il prezzo di vendita e ottenere migliore marginalità.
Anche riducendo il volume delle rimanenze finali otterrai valori di costo del venduto più favorevoli. E questo significa anche, naturalmente, performance di vendita migliori. Fai attenzione, però, a come fai ruotare la merce in negozio: svendere gli articoli per smaltire le rimanenze non migliorerà infatti i conti. Questo perché, a parità di prezzo di acquisto, vendere con marginalità inferiori non incide positivamente sul costo del venduto.
Insomma, una corretta gestione dei rifornimenti, politiche di prezzo adeguate e, naturalmente, buoni volumi di vendita producono un risultato positivo concreto. E di questo risultato otterrai riscontri puntuali anche in fase di analisi contabile.
Questo è, tra l’altro, uno dei motivi per cui il controllo (efficace) del magazzino è così strategico per un negozio di abbigliamento.
Cercare di ridurre il più possibile le giacenze, calibrare i rifornimenti così da non restare fuori stock ma senza immobilizzare capitale in deposito. Soprattutto, riuscire ad analizzare acquisti e vendite con tempestività e precisione. Sono tutte operazioni fondamentali per un bilancio di esercizio in attivo.
E puoi riuscirci aiutandoti con software di gestione negozio specializzati come il nostro Etos Retail.
Vedi anche: Come gestire (e ridurre) le rimanenze di magazzino
Cosa puoi fare con un software gestionale per negozio
Il nostro gestionale ti offre strumenti di contabilità semplici e completi. Ti saranno utili sia che tu decida di farlo in autonomia sia che preferisca invece affidarti a un consulente esterno.
L’interfaccia è semplice, essenziale ma funzionale: puoi controllare in ogni momento lo stato dei tuoi conti, la tua situazione contabile e l’andamento delle vendite.
Etos Retail ti offre, inoltre, moduli di Business Intelligence che puoi utilizzare per analizzare e correggere, o addirittura anticipare, i trend di vendita del tuo negozio.
Elaborando infatti le metriche chiave in tempo reale, il software ti dice se con i profitti che generi rimani in attivo o se, invece, stai lavorando in perdita. Ti offre insomma un riscontro pratico e puntuale sulla bontà delle tue politiche di prezzo e l’adeguatezza del ricarico stabilito.
Etos Retail ti aiuta anche in tutta le operazioni di gestione acquisti, con sofisticate funzioni di controllo magazzino. Le puoi impiegare per ridurre le scorte e procedere ai riassortimenti solo quando serve davvero.
Inventari dettagliati sulle disponibilità attuali, integrazione dei canali di vendita in un unico sistema centralizzato, opzioni complete di gestione fornitori. Queste e altre funzionalità ti aiuteranno a tenere basse le scorte e comunque ben fornito il negozio.
Un sistema software come il nostro, dunque, migliora il controllo di gestione in diversi modi. Per esempio:
- semplifica le operazioni contabili;
- offre dati più accurati;
- monitora le metriche chiave in maniera intelligente;
- collega le diverse aree funzionali del negozio in modo più chiaro.
Il futuro delle politiche di prezzo nel settore abbigliamento risiede nella possibilità di unire ai fattori che i negozianti già considerano, quando decidono i prezzi di vendita, dati analitici concreti a supporto delle loro intuizioni. [McKinsey]
Combinare insomma all’arte di “fare i prezzi”, qualità del buon negoziante, strumenti per definire ogettivamente il mercato e le variabili in gioco.
Il risultato è una gestione del negozio più efficace. Nello specifico, la possibilità di ottenere maggiori profitti senza risparmiare, è il caso di dirlo, sulla qualità della merce o del servizio offerto.