Le principali società di ricerca italiane stimano che l’e-commerce ha un valore di almeno 20 miliardi di euro nel nostro paese. Valore che è in crescita ormai da molti anni e che evidenza le potenzialità di questo canale di vendita per qualsiasi attività, compresi i negozi di abbigliamento e accessori. La tradizionale dicotomia tra negozio fisico e shop online non esiste più: anche le più piccole attività iniziano a investire nelle vendite online, mentre società che in passato hanno operato solo nell’online iniziano ad aprire filiali e punti vendita “fisici”.
Per le attività locali e i negozi di abbigliamento che decidono di investire nell’online si pone quindi la domanda: conviene vendere online su un proprio e-commerce oppure su marketplace come Amazon, eBay, vendere abbigliamento su Facebook o Spartoo?
Marketplace online: che cosa sono e differenze con gli e-commerce
Chi si avvicina per la prima volta al mondo delle vendite online si troverà inevitabilmente di fronte a una parola sempre più ricorrente: marketplace. Fino a qualche anno fa, soprattutto in Italia, la vendita online era limitata per lo più ai soli e-commerce o in alternativa ai siti di aste online, come eBay. Il marketplace era ancora un oggetto misterioso.
Uno dei trend più evidenti degli ultimi anni è invece l’aumento delle vendite online attraverso i marketplace, che non sono altro che piattaforme che mettono in relazione venditori e acquirenti. Vi si possono acquistare i prodotti di più venditori, per cui queste piattaforme hanno di fatto una funzione di intermediazione. Amazon, eBay e Alibaba sono i marketplace più noti del pianeta, anche per la varietà di merci che offrono. Ma ne esistono anche di specializzati in particolari settori: come Spartoo, dove si vendono esclusivamente calzature.
Definite le differenze, vediamo quali sono i pro e i contro degli e-commerce e dei marketplace: dove conviene vendere i propri prodotti? Quali sono vantaggi e svantaggi delle due soluzioni?
Dove vendere online: e-commerce o marketplace?
Le ultime ricerche del Consorzio Netcomm e di Casaleggio Associati mostrano come uno dei più importanti fenomeni degli ultimi anni sia la crescita degli acquisti nei marketplace. Vediamo quali sono i vantaggi, ma anche gli svantaggi, di vendere attraverso queste piattaforme.
Vendere sui marketplace: vantaggi
I marketplace hanno una forte presenza online e ricevono un traffico giornaliero elevato. Secondo le stime di Alexa, Amazon e eBay sono rispettivamente il quinto e il nono sito più visitato in Italia. Il pubblico potenziale di acquirenti è enorme, mentre altre piattaforme come Spartoo, pur se meno visitate, mettono in contatto con un pubblico molto più targettizato.
I marketplace hanno una infrastruttura solida che mette utenti e venditori all’interno di un ambiente in cui tutte le tipologie di transazione sono state ampiamente testate e standardizzate. Questo si traduce in un vantaggio anche per il venditore, che non deve far altro che caricare i prodotti nella piattaforma, mentre gli aspetti più tecnici sono gestiti direttamente dal marketplace. Una facilità d’uso che si traduce anche in vantaggi per l’utente: brand come Amazon e eBay sono ormai divenuti familiari e infondono una grossa fiducia nell’acquirente.
I marketplace sono inoltre un importante strumento per poter vendere anche all’estero. Secondo una ricerca di Casaleggio Associati, tra le attività che vendono all’estero con un sito non tradotto, coloro che sono presenti sui marketplace generano all’estero il 17% del fatturato, contro il 4% di coloro che non utilizzano questo canale.
Vendere sui marketplace: svantaggi
Se è vero che la gestione di un e-commerce stand alone ha i suoi costi fissi, anche vendere su un marketplace comporta dei costi, che possono essere sia fissi che variabili. Ogni piattaforma di vendita online ha le sue regole, ma di norma previste fee che comportano sia un costo fisso mensile, sia una percentuale per ogni vendita; nel caso in cui le fee siano relative alle sole vendite, di norma sono più elevate. Occorre fare molta attenzione quindi se si vendono prodotti su cui si ha un margine basso.
Se è vero che il pubblico potenziale è molto ampio, si rischia di rimanere sommersi tra una marea di venditori con prodotti simili. Nei marketplace la concorrenza è molto ampia e agguerrita.
Sui marketplace, inoltre, non si ha il completo controllo su tutte le informazioni relative al cliente. In altri termini, su queste piattaforme si possono vendere prodotti, ma è molto più difficile acquisire clienti. È un po’ la stessa differenza che c’è tra la vendita effettuata in un supermercato e quella in un punto vendita aziendale: vendendo nel negozio aziendale c’è maggiore possibilità di fare branding, acquisire un cliente, avere informazioni su di lui, farlo tornare nel negozio o nello shop online con newsletter, social media e blog aziendale.
Perché scegliere un sito di e-commerce
Come si è già accennato nel punto precedente, per una attività commerciale e per un’azienda è importante avere un proprio e-commerce. Questo per una serie di possibilità:
-
- Inserire tutti i prodotti che si desidera (i marketplace possono porre limiti)
- Promuovere il brand
- Programmare azioni di marketing e promozioni
- Elevate possibilità di personalizzazione
- Raccogliere un’ampia gamma di informazioni sui clienti
- Fare un monitoraggio continuo e implementare nuove strategie
Conclusione
I marketplace sono un’ottima soluzione per incrementare le vendite e, per le piccole attività, affacciarsi con più facilità ai mercati internazionali. Per una strategia di lungo termine, tuttavia, avere un proprio e-commerce è assolutamente necessario. Le due soluzioni non sono in contrasto tra loro, anzi per molti aspetti sono complementari. La possibilità di integrare negozio e magazzino con la vendita su marketplace come Amazon e eBay diminuisce notevolmente l’investimento di tempo necessario per gestire entrambe le soluzioni e rende i tuoi processi di vendita online più fluidi, unificati e misurabili.