Dopo vintage, boho-chic, hipster, l’usato diventa trendy anche se è di marca. Anche se è diverso dal vendere i maglioni della nonna, vendere vestiti usati firmati funziona. E allora, perché non farlo anche tu?

Il nome è luxury resale: letteralmente “rivendere abiti di marca”. Capi delle grandi firme che però non appartengono al passato remoto, come nel caso dell’abbigliamento vintage, ma a quello recente.

Abbigliamento e accessori delle passate collezioni, che non perde di valore ma spesso ne guadagna, passando di mano. Chiedi a chi vende sneakers, dove il fenomeno è diventato quasi speculativo con le scarpe da collezione messe in commercio in edizione limitata.

Il trend del luxury resale è un po’ diverso, e si ricollega meglio ad altre tendenze: fashion rental, moda on demand, abbigliamento sostenibile.
Cosa hanno in comune tutti questi fenomeni?

  • Il rifiuto del modello usa-e-getta, per i suoi elevati costi ambientali (e umani).
  • La maggiore attenzione alla qualità, per cui si preferiscono capi già usati ma di buona qualità rispetto a vestiti nuovi e meno affidabili.
  • L’interesse per l’economia circolare, che significa riutilizzo degli abiti, minore sfruttamento delle risorse e riduzione degli sprechi.

E allora, come si concilia questa tendenza con le dinamiche classiche della moda di lusso, per prima la sua volatilità che spinge a cambiare continuamente? E cosa ne hai da guadagnare?

SOMMARIO

 

Vendere usato di lusso è sempre più conveniente

Almeno a leggere alcuni dati e statistiche. Il mercato collegato alla vendita di capi usati è in continua espansione, in particolare in mercati come quello statunitense e tra le generazioni più giovani.

Oltre a crescere, il settore dell’abbigliamento usato sta cambiando anche forma e pubblico. Alcuni dati:

“Il mercato dell’usato negli USA dovrebbe superare un volume di 64 miliardi di dollari dal 2024. Di questi, 36 miliardi saranno generati dalla vendita vera e propria, più che dalle donazioni o dalle attività di beneficenza.” [ThredUp Resale Report]

I vestiti di seconda mano quindi sembrano davvero un ottimo affare. Meglio ancora, si apre una nicchia inedita con il luxury resale, l’usato di fascia alta.

Noleggiare o rivendere vestiti firmati sembra un’abitudine molto più diffusa oggi rispetto al passato. Di più, il fenomeno del resale sembra avvantaggiare non solo i capi di lusso, ma anche quelli prodotti con metodi sostenibili.

Ancora secondo ThredUp:

“I brand con un atteggiamento trasparente ed ecosostenibile (Patagonia, Reformation) e quelli a più elevato valore aggiunto (Louis Vitton, Gucci) sono quelli con il tasso di crescita più alto sul marketplace di ThredUp”

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Dal vintage ai vestiti firmati: se diventa “chic to repeat”

Il crescente successo di forme di riutilizzo dei vestiti, anche firmati, è di certo un segno dei tempi. Se nel recente passato comprare vestiti di seconda mano era più una necessità, ora diverso.

Anche per chi è abituato ai capi firmati, infatti, è normale ricorrere a formule come il fashion rental o il luxury resale.

Si tratta di un cambio culturale ben evidente negli Stati Uniti, dove anche le celebrità ora accettano il fatto che si possano indossare più volte gli stessi abiti di lusso.

Ma è un cambio di atteggiamento che viene trainato in buona parte dalle nuove generazioni, per le quali la circolarità dei consumi è quasi un dato di fatto.

“Uno stile distintivo si ottiene oggi miscelando il vintage al modern, l’abbigliamento di alta fascia a quello di brand più accessibili, lo stile sportivo e quello da sartoria, e soprattutto ripetendo e reinterpretando quello che già si ha a disposizione nel guardaroba.” [Cameron Silver fondatore di Decades, Inc.]

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Abbigliamento sostenibile e abiti di marca

Alla base di questi nuovi trend c’è, ancora una volta, una preoccupazione diffusa verso i temi della sostenibilità ambientale.

Lo abbiamo già visto a proposito di moda on demand, come anche parlando di abbigliamento a noleggio (fashion rental). Forse è il vero file conduttore del settore abbigliamento, almeno negli ultimi anni.

Dati impietosi mostrano come l’industria dell’abbigliamento sia tra le più inquinanti in assoluto. In questo, il modello a rapido consumo del fashion di alta gamma è stato già abbondantemente messo in discussione, e dagli stessi produttori.

Un po’ per necessità, un po’ per effettiva convinzione, sono allora le stesse grandi firme a spingere per estendere il ciclo di vita delle loro creazioni.

Sia invitando a diradare le collezioni, come suggerisce Giorgio Armani, sia promuovendo loro stesse dei servizi di noleggio o riutilizzo dei capi.

Si tratta di un modello particolarmente in voga presso i marchi più nuovi.
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Vendita capi usati firmati: un esempio

Un caso interessante è per esempio quello di Cocoon, marketplace specializzato in borse firmate che offre il resale come servizio a sottoscrizione.

I clienti registrati possono così mettere in vendita le borse direttamente dalla sezione CocoonRefresh, ricevendo in cambio crediti di acquisto o denaro.

Il cliente si impegna a seguire le linee guida del servizio, quindi compila un form descrivendo il prodotto da mettere in vendita. Cocoon si impegna a valutare la borsa in 3 giorni lavorativi offrendo un compenso direttamente in denaro [ma per un massimo del 50% sulla valutazione complessiva] o in crediti sugli acquisti dallo store.

Una volta ricevuta effettivamente la borsa e verificati integrità e corrispondenza alla descrizione, Cocoon autorizza il pagamento e lo accredita al cliente nella forma scelta.

Chiaramente, il sistema è più vantaggioso per chi decide di acquistare nuovi capi. Quello di Cocoon è allora un esempio eccellente di luxury resale con effetti win-win, perché offre vantaggi ad entrambe le parti in causa.

  1. Per chi vende c’è la possibilità di guadagnare e acquistare nuovi prodotti a prezzi competitivi.
  2. Per chi acquista, c’è un’ottima occasione per fidelizzare il cliente e fare upsell grazie al sistema dei crediti.
Cocoon Refresh, servizio di luxury resale

Gli utenti registrati a Cocoon Refresh ricevono crediti di acquisto dai capi che mettono in vendita, oltre a sconti e altri benefici”premium”

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Ecommerce specializzati nel luxury resale

Quello appena fatto è un esempio di servizio di luxury resale, non certo l’unico. In particolare online, infatti, sono molte le aziende che hanno deciso di specializzarsi in questa nicchia di mercato.

Tra i nomi più famosi, il citato ThredUp o lo storico Designer Exchange, mentre nella nostra area geografica è forse più famoso Vestiaire Collective.

La vendita di vestiti usati firmati si fa spesso con un’efficace utilizzo della tecnologia e un’attenta analisi dei bisogni del consumatore. È un modo per adattarsi alla nuova buyer persona di questo mercato.

Il profilo è quello di nativi digitali, molto attenti alla qualità dei prodotti, alla maniera in cui sono proposti e alle possibilità di personalizzare la propria esperienza.

Alcuni retailers allora, per esempio Rewind Vintage, propongono oltre al luxury resale servizi accessori per estendere la vita dei prodotti acquistati.

Il sito offre così, oltre a una selezione di capi usati delle migliori marche, servizi di personalizzazione dei capi. Si possono infatti aggiungere motivi a scelta del committente o su selezione. C’è pure una piccola bottega per la riparazione o l’aggiusto di borse, accessori e vestiti.

Insomma, il luxury resale si inserisce bene nella tendenza complessiva al riuso e riutilizzo dei capi fashion. Un trend, lo ribadiamo, in linea con il fashion rental e la customizzazione di cui abbiamo già parlato in precedenza.

E che riesce a combinare tecnologia e vintage, digitale e analogico, fisico e virtuale in una shopping experience fluida e customer-centric.

Proprio il CEO di Vestiaire Collective, Max Bittner, sembra convinto delle prospettive rosee del fashion resale:

“Penso che assisteremo a un tremendo cambio di direzione, via da ciò che chiamerei l’ordinario mercato plurimiliardario del retail e verso quello da 300 miliardi del lusso.”

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Vendere vestiti usati firmati conviene al negoziante?

Come abbiamo visto a proposito di Cocoon, vendere abbigliamento o capi fashion usati offre vantaggi che vanno al di là della semplice monetizzazione. Ne elenchiamo alcuni.

  1. Con il sistema della sottoscrizione, hai un potente strumento di fidelizzazione della tua audience. Se metti in funzione un servizio di vendita dell’usato firmato nel tuo negozio, hai ottime chance di creare un legame duraturo con la tua clientela.
  2. Avere una sezione di usato di alto livello, sia nel punto vendita sia nell’ecommerce, aumenta il traffico in quantità e qualità. Puoi attirare nuovi clienti o convincere a restare chi ha già acquistato da te. Ma attenzione a proporre la selezione di prodotti più adatta al tuo pubblico o alle tue strategie di marketing.
  3. Fare luxury resale può aumentare credibilità e reputazione del tuo negozio. Dipende naturalmente anche da te, ma riuscire a creare una selezione di capi ancora attraenti, in buone condizioni e a prezzi più contenuti non fa che aumentare la tua autorità come retailer. Insomma, qualcuno che riesce davvero a consigliare l’offerta più adatta.

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Conclusioni

Puoi decidere di avviare un canale di luxury resale partendo da zero. Oppure lo puoi affiancare a quanto già proponi in negozio. In ogni caso, hai a disposizione un mercato potenzialmente molto fertile.

I numeri sono quelli che abbiamo citato in apertura, e se visti dall’Italia possono sembrare lontani, ti renderai presto conto che c’è già un diffuso interesse anche da noi.

Soprattutto, il trend sembra destinato a crescere in futuro, trainato dalla Gen-Z e da abitudini di acquisto più attente alla qualità, alla durata nel tempo e all’impatto ambientale di ciò che indossa.

In sostanza, è solo questione di tempo perché questa abitudine prenda piede più diffusamente.

“Se chi ha 15-16 anni lo sta già facendo oggi, ci sono buone probabilità che tu e io lo faremo tra qualche anno” [Max Bittner, CEO di Vestiaire Collective]

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