Ci hai fatto caso? Negli ultimi tempi buona parte di ciò che hai venduto in negozio erano capi di athleisure. Almeno se tratti abbigliamento sportivo e per il tempo libero.
Questo perché, dopo streetwear e sportswear, un trend del fashion retail degli anni recenti è proprio questo.
E allora, cosa si intende con athleisure, perché è un settore di mercato da guardare con attenzione, e come fare per sintonizzarsi sulle sue lunghezze d’onda?

Proviamo a spiegarlo qui di seguito.

Sportivi sempre, anche nel tempo libero: cosa vuol dire athleisure

In sostanza abbigliamento sportivo per il tempo libero.
Nuova tendenza per modo di dire. Lo stile athleisure infatti arriva da lontano. Quand’è che abbiamo iniziato a metterci la tuta anche fuori dalla palestra? O a portare le sneakers per andare al lavoro?

Insomma, chi compra vestiti cerca sempre più spesso capi comodi, resistenti e adatti a uno stile di vita più attivo. Non guasta poi se sono anche realizzati con tessuti innovativi ed ecosostenibili.

Non parliamo del resto solo della felpa col cappuccio e delle tute in acetato, anzi. Quello che fino a qualche anno fa sembrava un fenomeno in declino ha guadagnato slancio. Specie con la diffusione massiccia del fitness.

Yoga, pilates, power gym e altre declinazioni di esercizio fisico hanno rilanciato l’importanza del tenersi in forma e curarsi meglio. Anche indossando capi comodi, belli e, perché no, con un occhio al mondo della moda.

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Dalla tuta in casa alle passerelle di moda: i numeri del fenomeno

Oggi il mercato dell’athleisure traina buona parte delle vendite nel settore retail. Più all’estero che in Italia, almeno per ora ma non per molto.

I dati parlano di un volume di affari da parecchi miliardi di dollari solo negli Stati Uniti (dati del 2019), mentre in mercati come quello cinese o indiano il tasso di crescita è a doppia cifra.

Secondo le previsioni, il mercato globale dell’activewear dovrebbe raggiungere un volume di 547 miliardi di dollari nel 2024
Fonte: AlliedMarketResearch

Anche da noi, sarà anche per tutto il tempo recente che abbiamo passato in casa, il settore dell’athleisure comincia a macinare numeri importanti.

E all’interesse crescente dei consumatori risponde un’offerta sempre più ricca e diversificata. Sono molti infatti sia i negozi sia i produttori che scelgono di specializzarsi nel settore. Ne sappiamo qualcosa in Etos.

Qui abbiamo infatti seguito il lancio della nuova collezione di Bedavis, brand abruzzese di abbigliamento sportivo e per il tempo libero.

Un marchio nuovo ma con idee chiare. La principale: vestire gli atleti non solo durante l’attività sportiva ma anche negli altri momenti della giornata. Con capi molto curati sotto l’aspetto tecnico, ma anche decisamente stylish.

Brand noti ed emergenti del settore athleisure e activewear

Un digital ad di Bedavis, marchio specializzato in activewear e athleisure

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Quali sono i brand più noti del settore?

Teniamo da parte i soliti noti. Adidas, Nike & co. da tempo ormai non vestono solo per lo sport.

Accanto a loro, come ti abbiamo appena mostrato con Bedavis, c’è un sottobosco di marchi specializzati nel combinare tessuti tecnici e funzionali con linee originali e design très chic.

Produttori come Beyond Yoga, Gymshark o la più longeva Lululemon, abili a proporre non solo una linea di abbigliamento, ma anche valori e lifestyle di riferimento.

Nell’altra direzione ci sono i nomi noti del fashion retail che propongono collezioni pensate per il mondo athleisure. Giganti come Adidas, che si affidano alla collaborazione con Stella McCartney.

O addirittura marchi storici come Louis Vuitton che si affidano a direttori creativi out-of-the-box come Virgil Abloh, già fondatore di Off-White.

E magari al contributo di influencers di peso.

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Chi sono i più importanti athleisure influencers?

Il settore athleisure è più di una nicchia di mercato. In qualche modo è l’espressione di una vera e propria idea di lifestyle.

Per questo il ruolo degli influencers è ancora più centrale. Personaggi sportivi o celebrità di Instagram, ma anche fitness enthusiasts o, perché no, l’insegnante di yoga della tua città.

Vedere un capo in azione, magari durante una sessione di allenamento, è il modo migliore per scoprirne e apprezzarne le qualità.

E allora, fai un giro su Instagram per scoprire celebs come Melissa Wood (@melissawoodhealth) o Taylor Chamberlain Dilk (@Taychayy), promotrici di uno stile di vita sano e attivo. E di molti capi di athleisure branded, spesso firmati da loro stesse.

E se il microinfluencer è un promoter spesso anche più efficace, basta dare un occhio a sceicchi dello star-system come Beyonce o Drake per capire quanto sia affermato e trasversale, ormai, questo stile di moda.

Athleisure influencers

Taylor Dilk, a.k.a. @Taychayy, instagram celebrity e athleisure influencer

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Le regole del gioco: come si vende athleisure

L’abbigliamento sportivo per il tempo libero, allora, è un mondo in evoluzione.

Dimentica un attimo le tute sbiadite o le vecchie magliette che si usavano per fare allenamento. Ora si impongono nuovi stili, specialmente nel mondo millennial e generazione-z.

“I tempi in cui ci si allenava usando vecchie T-Shirt sono finiti. Ora scegliamo splendide tute e cerchiamo di apparire perfetti anche durante gli esercizi più difficili.”
Hanna Milfey, Best Fitness Influencer

E allora, se vuoi creare una sezione dedicata athleisure in negozio, o promuovere online gli articoli più adatti del tuo catalogo, dovresti fare attenzione almeno a questi elementi.

  1. Qualità. Abbigliamento sportivo non è fast fashion, anzi. La qualità è importante per motivi sia estetici sia funzionali. I marchi leader del settore puntano proprio a combinare coolness e performance nella pratica sportiva. E se volessi puntare sui capi firmati, la nicchia del luxury streetwear può darti molte soddisfazioni.
  2. Ricerca. Anche se i grandi brand fanno ancora i grandi numeri, è vero anche che il mondo athleisure è fatto di appassionati, generalmente competenti. Proporre marchi specializzati e riconosciuti, o sperimentare con nuove firme che giudichi valide, può fare la differenza. Sia per concludere la vendita sia per ritagliarti uno spazio di credibilità e fiducia.
  3. Canali di vendita. Parliamo di un abbigliamento che vende soprattutto a nativi digitali. Per ritagliarti uno spazio dovrai parlare il loro linguaggio. Usare una strategia omnicanale per intercettare il tuo pubblico. E riferirti a marketplace di settore per proporre i tuoi articoli.

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Setting the scene: cosa attrae un athleisurer

Vendere athleisure significa più di esporre pantaloni da yoga o scarpe da tennis. Il contesto e lo stile possono fare la differenza.

“È più di un trend. È uno stile di vita!”
Jennifer Foyle, Chief Creative Officer American Eagle

Oltre la palestra, per esempio, molti brand del settore sono dedicati a chi fa ginnastica dolce, yoga o pratica altre discipline meno energetiche. Connettersi con questo mondo è un buon modo per capire meglio a chi ci si rivolge e cosa lo interessa. Dopotutto, un capo iconico dell’athleisure sono i leggings!

Le sottoculture urbane e online sono altri territori da esplorare per capire meglio come e a chi parlare. Il legame tra musica e sportswear rimane fortissimo: non a caso i testimonial di molti brand famosi provengono proprio da quel mondo.

E poi, naturalmente, questa è moda giovane, che si rivolge ai 20-something. Dove meglio che sui social intercettare il proprio pubblico?

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Conclusioni

Il mercato c’è, gli spazi anche.

Per (meglio) vendere athleisure in negozio ti servirà:

  • un catalogo di qualità
  • credibilità e riferimenti di valore per il settore
  • una strategia di digital marketing azzeccata

Questi i presupposti minimi per un’operazione che può dare ottimi risultati.

E se hai bisogno di consulenza specifica sulle strategie digitali o gli strumenti operativi per gestire il business, puoi rivolgerti a noi!

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